Congresso Pd, Decaro e la corsa interrotta: ecco perché ha detto di no a candidarsi alla leadership

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Data : 2022-12-06 08:25:10
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Mezzogiorno, 6 dicembre 2022 – 09:25

Sulla decisione del sindaco ha pesato il pensiero alle Regionali del 2025, la scaramanzia e la voglia di non dispiacere agli alleati

di Francesco Strippoli

Antonio Decaro
Antonio Decaro

I giochi delle candidature alla segreteria nazionale del Pd sono in gran parte definiti. E il sindaco Antonio Decaro, come chiaro, ne fuori nonostante le pressioni che ha continuato a ricevere per molto tempo, dalla scorsa estate fino a pochi giorni fa. Una spinta a giocare da protagonista sulla scena nazionale: se non proprio a correre per la segreteria, per lo meno ad affiancare il candidato leader in un ticket. Sulla falsariga dell’accoppiata Bonaccini-Nardella e magari proprio per accompagnare sul versante meridionale il governatore emiliano romagnolo. Decaro ha scelto Bonaccini (da tempo) ma ha detto no ad essere protagonista della corsa alla leadership. interessante interrogarsi sui motivi del suo rifiuto. Ce ne sono quattro.Il primo che Decaro ha deciso di concentrarsi sulla sua candidatura alla presidenza della Regione nel 2025: la ritiene una priorit e su quella intende spendere tutto il suo impegno, senza distrazioni. Il traguardo impegnativo e lo sar a maggior ragione nel 2025, con il centrodestra al governo e i suoi esponenti locali fortemente impegnati a riconquistare la Regione dopo 20 anni. Il secondo motivo per cos storico (e forse scaramantico). Non mai successo, finora, che un segretario del Pd abbia conquistato da quel ruolo una postazione di rilievo negli enti locali. Caso mai successo il contrario. Matteo Renzi o Nicola Zingaretti sono diventati leader del Pd dai loro rispettivi ruoli di sindaco di Firenze o presidente del Lazio. Il terzo motivo collegato al precedente. Chiunque si candidi con il sistema attuale ad una istituzione monocratica (sindaco o governatore) sa di dover fare affidamento sul sostegno fedele di tutte le componenti della coalizione. Si tratta (in Puglia ma anche altrove) di fare i conti con i potenziali alleati del Movimento 5 Stelle e con le liste civiche. Dopo il tramonto della vocazione maggioritaria (candidato sindaco o presidente espresso sempre dal Pd) diventa problematico assumere un ruolo assai caratterizzato sotto il profilo politico. Rappresentare il vertice di una forza politica pu rappresentare un’insidia per chi, nello stesso tempo, deve assumere posizioni talvolta in contrasto con gli alleati e poi chiederne fedelt in Puglia per le elezioni regionali. Nulla lo impedisce, chiaro, per il temperamento di Decaro non inclinato verso la polemica o lo scontro dialettico. Al contrario, essere al vertice del Pd nazionale aiuterebbe molto nel caso in cui si concorresse in una elezione di tipo proporzionale, con i simboli e la lista di partito da votare. Come per le Europee che, per di pi, prevedono un collegio elettorale grande come tutto il Sud continentale. Collegando i due elementi del ragionamento, se ne deduce che Decaro pare disinteressato alle Europee del 2024, avendo rivolto alla Regione tutte le sue mire. Quarto motivo: Decaro si considera efficace nella capacit di amministrare, molto meno nella guida di un partito, come egli ha riferito a chi gli chiedeva conto delle sue scelte. Un senso del limite che non proprio un difetto.

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6 dicembre 2022 | 09:25

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